Agenzia Hawzah News - La serie di riflessioni sulla mahdawiyya, intitolata Verso una società ideale, è proposta agli stimati lettori con l’obiettivo di diffondere gli insegnamenti e le conoscenze legate all’Imam Mahdi (che Dio affretti la sua manifestazione).
Forse vi siete chiesti perché il nostro mondo, che dovrebbe essere colmo di affetto e misericordia, è invece pieno di oppressione e ingiustizia. Fino a quando l’essere umano dovrà assistere a tanta discriminazione e iniquità?
Perché alcuni, a causa della tirannia dei potenti, vivono nella miseria assoluta, incapaci di soddisfare anche i bisogni più elementari? Perché altri sono vittime di soprusi solo per il colore della pelle? Perché dobbiamo vedere bambini le cui ossa sporgono per la fame? Fino a quando assisteremo alla distruzione delle case degli innocenti sotto i bombardamenti militari? Fino a quando vedremo padri e madri portare in braccio i propri figli innocenti, coperti di sangue?
Quale persona, quale speranza potrà rimuovere queste sofferenze? Chi risponderà dei crimini e delle ingiustizie commesse? In quale tribunale terreno verrà resa giustizia agli oppressi? E decine di altre domande che tormentano la coscienza di ogni essere umano libero.
Ma esistono anche domande che vanno oltre le questioni mondane e che possono attirare l’attenzione di ogni mente pensante.
Ad esempio: qual è il senso di questa vita? Qual è il rapporto tra Dio — che ha disposto con ordine gli elementi di questo mondo complesso e misterioso, assegnando a ciascuno una funzione — e me, essere umano? In sintesi, non si può restare indifferenti di fronte alla questione della guida divina e del nostro legame con essa.
Queste domande non possono essere ignorate facilmente, perché noi, in quanto esseri umani, siamo dotati di intelletto. Un intelletto che ci spinge a riflettere. Ed è tragico se tutto l’essere umano viene sopraffatto dai piaceri carnali e animaleschi, privandosi della luce della ragione e del pensiero. Che grande e strana perdita!
Le questioni sollevate possono diventare uno stimolo alla ricerca, spingendoci a cercare qualcosa o qualcuno che possa rispondere alle nostre domande e lenire le nostre sofferenze.
Ed è proprio questo che viene chiamato “speranza”: speranza nella guida, speranza nella salvezza, speranza in un futuro luminoso.
Una speranza e una salvezza che si manifestano nella figura di un “Redentore”, di un “Guida e condottiero”. Un Salvatore e guida il cui arrivo è stato annunciato in tutte le religioni.
Ebrei, cristiani, musulmani, zoroastriani, induisti, buddhisti, e persino molti che non seguono alcuna religione, considerano l’attesa del Redentore una parte inseparabile della propria fede. Una fede che, nei momenti di difficoltà e tribolazione, dona loro serenità e sollievo.
L’annuncio dell’arrivo del Redentore nell’Islam
Anche nell’Islam, e in particolare nella scuola sciita, si parla abbondantemente del suo arrivo: colui che verrà e riempirà la terra, oggi colma di oppressione e ingiustizia, con equità e giustizia. Colui che sarà la speranza degli oppressi del mondo e il nemico dei tiranni e degli ingiusti. Colui con cui Dio completerà la Sua grazia verso i Suoi servi. Con la differenza che, secondo la dottrina sciita, il Redentore dell’umanità vive già tra la gente, senza essere riconosciuto, fino a quando Dio l’Altissimo gli concederà il permesso di manifestarsi. Perciò, per gli sciiti, la “manifestazione” equivale al riconoscimento pubblico del Redentore.
(Segue…)
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